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I marmāṇi

I marmāṇi sono punti energetici vitali sulla superficie del corpo. Le principali scuole tradizionali indiane ne presentano 107.Nella medicina moderna possono essere comparati ai punti recettori. A suo tempo, è stata individuata una speciale struttura neurologica (cellule o tessuti sensibili alle varie forme di energia) della quale, appunto, fanno parte i recettori termici, chimici, pressori, meccanici.

Il primo riferimento a questi marmāṇi si trova nell’Atharvaveda. Alcuni studiosi ritengono, tuttavia, che il concetto dei punti marmāṇi risalga ad un trattato ayurvedico molto antico: il Ṥuciveda di cui, però, non è rimasta traccia. È nella Suśrutasaṃithā (il testo del chirurgo Suśruta scrittopiù di 2.000 anni fa) che si iniziano a trovare riferimenti più decisi relativi alla loro dislocazione e all’uso terapeutico che se ne può fare. Il chirurgo Suśruta, tra l’altro, anticipò molti concetti della moderna medicina: si occupò in dettaglio di dissezione post mortem (autopsia) e di procedure di chirurgia plastica che furono più tardi usate come basi per la moderna chirurgia.

Utilizzò modalità per saldare le ossa rotte con chiodi, elaborò un trattamento, a base di salasso, per curare i disturbi sanguigni e fu in grado di identificare i marmāṇi ed i relativi collegamenti a organi vitali con precisione

scientifica. Stabilì che alcuni traumi esterni su questi punti potevano essere gravi o addirittura fatali.

I marmāṇi vengono oggi prevalentemente classificati sulla base di tre fattori:

  1. il luogo anatomico in corrispondenza di: vasi sanguigni (sirā), muscoli (māṃsa), legamenti (snāyu), ossa (asthi), articolazioni (sandhi);
  2. i tessuti e le strutture di cui sono composti;
  3. gli arrossamenti cutanei in conseguenza alla loro stimolazione.

Si ritiene che stimolandoli con appropriati trattamenti, massaggio, applicazione di erbe (lepana) o di essenze, si possa, tramite loro, regolare le funzioni dei doṣa ed i processi fisiologici dell’organismo.

Essi costituiscono la sede della forza vitale detta prāṇa, ed i quattro tipi di sirā (vasi), regolano il passaggio dei nutrienti e fluidi in direzione di muscoli, legamenti, ossa e articolazioni. Tre di questi sono detti mahāmarma per la loro importanza vitale e sono stimolati prima dei principali trattamenti per consentire la circolazione dell’energia vitale: l’adhipatimarma, situato alla sommità del capo; hṛdayamarma situato nell’area del cuore; il bastimarma situato a metà strada tra il pube e l’ombelico.

In generale, a seconda delle diverse scuole, vengono così presentati:

  1. Per regione:

22 collocati negli arti superiori, 22 negli arti inferiori, 12 tra addome e torace, 14 tra tronco e schiena e 37 tra collo e testa;

  1. Per struttura:

11 su struttura muscolare, 41 su vasi sanguigni, 27 su legamenti, 20 su articolazioni, 8 su ossa;

  1. Per sintomi in conseguenza ad una lesione:

9 causano la morte istantanea (sadyaḥprāṇahara), 8 sono dolorosi (rujākara), 33 causano morte lenta (kālāntara prāṇahara), 44 causano invalidità (vikalatvakara), 3 causano morte se vengono colpiti da un corpo estraneo (viśalyaghnakara).

Nella maggior parte dei casi i marmāṇi hanno nomi relativi alla loro funzione e collocazione. Per questo motivo i nomi sono utili per la loro identificazione. Molti sono presenti sia sulla parte anteriore, sia nella parte

posteriore del corpo. Si misurano con l’unità del dito aṅguli in relazione a ciascun individuo.